Blocco dei lavori al porto di Trapani: Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil chiedono al Prefetto un incontro urgente. “Necessario trovare soluzioni per la ripresa dei lavori fermi da aprile scorso”

“Il blocco dei lavori al porto di Trapani sta accrescendo la lunga lista delle opere incompiute nel territorio e tra non molto incrementerà il numero, già cresciuto a dismisura, degli operai disoccupati”. E' l'unanime e forte preoccupazione dei segretari provinciali della Fillea Cgil Enzo Palmeri, della Filca Cisl Francesco Danese e della Feneal Uil Giuseppe Tumbarello, per il blocco dei lavori per il rifacimento della banchina “Ronciglio” del porto di Trapani, eseguiti dalla società Sidra e dall'impresa Coling Spa, quest'ultima sequestrata agli imprenditori Morici, nell'aprile del 2013, nell'ambito di un provvedimento più ampio.
I sindacalisti hanno, infatti, appreso dall'Amministratore giudiziario che la Sidra – Società Italiana Dragaggi Spa - non intende più continuare a versare capitali per l'ultimazione dell'opera, un appalto da 41 milioni di euro, aggiudicato nel 2004 da un'associazione temporanea di imprese e i cui lavori sono fermi dallo scorso aprile.
Con una lettera inviata al prefetto Leopoldo Falco i segretari delle costruzioni di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto, pertanto, la convocazione di incontro urgente “al fine di verificare la possibilità di trovare soluzioni per la ripresa dei lavori al porto di Trapani coinvolgendo anche i Ministeri competenti e l'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.
“Il blocco dei lavori del porto – affermano Palmeri, Danese e Tumbarello – rappresenta un fatto grave che desta preoccupazione perché a distanza di 10 anni dall'aggiudicazione dell'appalto l'opera è ancora incompiuta determinando pesanti ripercussioni a danno degli operatori del settore marittimo e portuale, dello sviluppo economico del territorio trapanese e, non ultimo, degli operai che hanno eseguito i lavori”.
La Fillea, la Filca e la Feneal lanciano, infine, l'allarme proprio per i 23 operai che ultimato il periodo di cassa integrazione guadagni ordinaria resteranno senza alcuna fonte di reddito.
“L'elenco degli operai disoccupati - affermano i sindacalisti – in provincia di Trapani conta già circa 6 mila addetti in meno, una lista che bisogna progressivamente ridurre piuttosto che incrementare con nuove maestranze senza lavoro”.

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