Il divario retributivo di genere

In occasione della Giornata europea 2014 per la parità retributiva, la DG Giustizia della Commissione Europea ha pubblicato un libretto “Affrontare il divario salariale fra uomo e donna nell’Unione europea” che presenta statistiche aggiornate, le azioni della Commissione ed esempi di buone pratiche nazionali.

Il divario salariale tra donne e uomini riflette le discriminazioni e le disuguaglianze sul mercato del lavoro che, nella pratica, colpiscono ancora e soprattutto le donne. Le cause di questo fenomeno sono complesse e correlate.

Nell’Unione europea le donne in media guadagnano circa il 16% in meno degli uomini
Questa forbice varia a seconda dei paesi: 5 i paesi membri, compresa l’Italia in cui tale divario è inferiore al 10% mentre sfora il 20% in paesi come la Germania, Austria e Estonia.

Per quanto si siano ridotte globalmente negli ultimi dieci anni, le asimmetrie salariali tra donne e uomini vanno accentuandosi in alcuni paesi (Ungheria, Portogallo) e persistono nonostante le donne siano più brave degli uomini negli studi: in media nel 2012 l’83% delle donne aveva ottenuto almeno un diploma di istruzione secondaria superiore nell’UE, contro il 77,6% degli uomini, e le donne rappresentano 60% dei laureati.

Il divario retributivo incide ovviamente sul reddito femminile lungo tutto l’arco di vita: guadagnando meno degli uomini, anche durante la pensione, le donne sono più esposte al rischio di povertà in vecchiaia. Nel 2012 la percentuale di donne oltre i sessantacinque anni a rischio di povertà raggiungeva infatti il 21,7%, contro il 16,3% degli uomini.

Fonte: “Affrontare il divario salariale fra uomo e donna nell’Unione europea” (in allegato)

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