Le tre P che salveranno le donne: la convenzione di Istanbul

Dal primo agosto scorso anche nel nostro Paese è in vigore la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia un anno fa.

Con il “sì” unanime del Senato, la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione della violenza contro le donne e contro gli abusi domestici, siglata nella città turca nel maggio del 2011, era stata ratificata dal Parlamento italiano nel giugno del 2013.

Mancavano all’appello le ratifiche di almeno altri 5 Paesi perché la Convenzione entrasse in vigore nei Paesi firmatari, ed oggi questo traguardo è stato finalmente raggiunto: la convenzione di Istanbul è oggi in vigore dopo essere stata firmata da 32 Paesi e ratificata da 13.

Ma perché un’altra Convenzione? Perché mancava uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per gli Stati, che affrontasse il fenomeno della violenza nelle sue molteplici forme su donne e bambine in quanto appartenenti al genere femminile. La Convenzione è chiara sulle strategie da adottare, riassunte nelle 3 P: Prevenzione, Protezione, Punizione, per raggiungere un unico grande obbiettivo, eliminare ogni forma di violenza e sopraffazione nelle relazioni di genere.

Con la Convenzione di Istanbul lo Stato ha l’occasione di far funzionare tutto ciò che già esiste, (servizi sociali efficienti , centri anti-violenza adeguatamente supportati , ripristino della fiducia nella giustizia di donne spesso lasciate sole da uno stato latitante e delegante) e di colmare i vuoti che ancora ci sono, facendosi carico di quelle 3P che contribuirebbero a non lasciare soli donne, minori, famiglie, volontarie, operatori e operatrici, nell’affrontare la violenza e le sue conseguenze.

Un bel segnale sarebbe quello di sostanziare la convenzione di Istanbul in azioni concrete e utili attraverso il piano nazionale antiviolenza annunciato per ottobre, anche attraverso l’ascolto della società civile che da anni lavora sul tema, mentre il massimo risultato, sarebbe nell’immediato, l’assegnazione della delega per le Pari Opportunità, che per il momento il Governo ha trattenuto per sè.

Ci auguriamo davvero che l’Italia voglia da oggi impegnarsi davvero al fine di rispettare gli obblighi internazionali e dimostrare un radicale cambiamento di tendenza rispetto alla responsabilità che lo Stato ha e intende assumere nei confronti di tutte e tutti.

Antonella Parisi
Coordinatrice territoriale PO Uil Trapani

Informazioni aggiuntive

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information