#RilanciamoTrapani Parisi (Uil Tp P.O.): "Agire con azioni concrete che diano alle donne le opportunità di cui hanno diritto"

Le donne che non hanno opportunità per realizzarsi, sono donne che non danno opportunità alle proprie famiglie, ai propri figli, alla società sono intelligenza sprecata, un modo alternativo di vedere le cose di  cui la società tutta si priva il tasso d’occupazione femminile tra i 15 e  64 anni, in Sicilia, è del 29,2% contro il  2,3 maschile ed è addirittura più basso della  Guaiana francese, della Macedonia in Grecia, e perfino  dell’enclave spagnola di Melilla in  Marocco, mentre in Svezia si raggiungono vette del 74%.

“Le giovani donne meridionali subiscono una triplice ingiustizia sotto forma di divario territoriale, generazionale e di genere. Queste ultime – si legge in una ricerca SVIMEZ condotta in occasione dell’8 marzo - vivono il paradosso di essere le punte più avanzate della “modernizzazione” del Sud – perché hanno investito in un percorso di formazione e di conoscenza che le rende depositarie di quel “capitale umano” che serve per competere nel mondo di oggi – e insieme le vittime designate di una società più immobile che altrove, e dunque più ingiusta, che finisce per sottoutilizzare, rendere marginali o “espellere” le sue energie migliori”.

Che fare? Occorre agire presto con azioni concrete che diano alle donne le opportunità cui hanno diritto. 

Occorre riconoscere il lavoro di cura non retribuito che le donne compiono a casa, per i figli,  per gli anziani per i propri cari ammalati. In Italia il valore del lavoro di cura svolto dalle famiglie gratuitamente supera i 50 miliardi di euro. La maggior parte di questo lavoro è ancora a carico delle donne che, tra attività retribuite e non, lavorano più degli uomini ma guadagnano meno (fino al 29% in meno nel settore privato? Occorre, anzicchè installare telecamere negli asili nido, potenziarli dato che in Sicilia vengono accolti al nido soltanto il 9% di coloro che ne hanno fatto domanda Le liste d’attesa sono lunghissime e i posti sono pressoché riservati alle lavoratrici, cosicché chi non lavora entra nel circolo vizioso di non poter lasciare il bambino, non poter lavorare, non poter accedere agli asili nido. Occorre mettere a disposizione delle donne forme di lavoro flessibili che possano aiutarle a gestire il lavoro familiare …  Occorre mettere i padri nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo aumentando i tempi del congedo parentale.  Assistiamo al paradosso un governo che da un lato promuove urbi et orbi la famiglia, (vedi DDL Pillon  che  vuole promuovere la bIgenitorialità perfetta), ma poi non promuove il congedo parentele  per i padri che darebbe loro l'opportunità di svolgere la propria funzione genitoriale e dall'altro lato l'opportunità alle donne di non essere considerate lavoratrici di serie B per le assenze dal lavoro per maternità.

E’ evidente che in Italia, ed in particolar modo al Sud, manca un forte investimento nel settore dei servizi, cosa che, potrebbe portare ad un aumento dei posti di lavoro e contemporaneamente a misure volte a  facilitare la conciliazione vita-lavoro. 

Chiediamo dunque con forza attenzione per le donne che insieme ai giovani sono la parte più debole di questo martoriato territorio.

 

Antonella Parisi

Responsabile Uil Trapani Pari Opportunità

 

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